CGIL Lecco
La Camera del Lavoro di Lecco e Circondario nasce il 31 marzo 1901, al termine di un discorso pubblico di Giuseppe Croce, operaio e Presidente della Federazione delle Camere del Lavoro d’Italia.
Le società operaie fondatrici sono 6: filatori in seta; falegnami; muratori; metallurgici; scalpellini; fonditori di metalli. Ma già nel luglio dello stesso anno si aggiungono altre sette Società o Leghe: Società di Miglioramento: Imbianchini e verniciatori; Operaie d’ogni arte; Lavoratori delle tele metalliche; Fibbiari; Trafilieri ; Panettieri; Calzolai.
Il tessuto padronale lecchese boicotta da subito la nascita della Camera del Lavoro ed opera intensamente per contrastare la legge del 1906 che istituisce gli Ispettorati del Lavoro.
Nel 1903 viene organizzato il primo Congresso Operaio Interprovinciale.
Nel primo decennio di vita della Camera di Commercio di Lecco, però, le adesioni dei lavoratori sono scarse anche a causa di una divisione interna alla struttura sindacale stessa: da una parte, i riformisti ritenevano che la Camera del Lavoro dovesse avere un ruolo di mediazione all’interno del tessuto sociale e produttivo lecchese. Dall’altra, i massimalisti che credevano, al contrario, che dovesse avere un ruolo rivoluzionario e di rottura. Prevalsero i riformisti.
Nei primi quindici anni del Novecento, attorno alla struttura sindacale lecchese ruotano non solo operai ma anche coloni e contadini affittuari che volevano un miglioramento dei contratti agrari. Ed è proprio in questi anni che la Camera del Lavoro promuove gli scioperi dei lavoratori delle trafilerie e delle filande rie per ottenere un miglioramento salariale e la diminuzione dell’orario di lavoro.
La fine della prima guerra mondiale vede la Camera del Lavoro di Lecco impegnata nell’assistenza alle famiglie dei caduti e dei mutilati, nella ricerca di lavoro per i reduci di guerra, nella lotta per l’ottenimento di indennità salariali (che otterrà nel 1920), nella richiesta di interventi per calmierare il prezzo del pane anche arrivando all’occupazione delle fabbriche meccaniche e metallurgiche.
I rapporti con gli industriali lecchesi si fanno sempre più tesi anche perché questi ultimi si appoggiavano ai rappresentanti del fascismo locale per portare avanti la loro azione reazionaria che sfociò nella richiesta di riduzione dei salari e nella mancata corresponsione dell’indennità di carovita (1921-1922).
Questi sono gli anni della resistenza operaia: subito dopo la caduta di Mussolini (25 luglio 1943) nelle fabbriche lecchesi si costituiscono le Commissioni Interne che, dopo l’8 settembre, entrano in clandestinità e che diventano veri e propri Comitati di agitazione.
Gli operai e le operaie lecchesi partecipano attivamente agli scioperi del marzo 1944: il 7 marzo, proprio durante uno di questi scioperi, 26 lavoratori vengono arrestati e deportati nei campo di concentramenti. Diciannove di loro perderanno la vita nei lager.
Nel 1945 si riorganizzano quasi tutte le categorie sindacali e nel 1946 oltre il 95% dei metallurgici lecchesi partecipa alla elezione del Direttivo della FIOM: sono le prime elezioni libere dopo il fascismo. Il 20 aprile 1947 si svolge il primo Congresso della Camera del Lavoro lecchese.
Gli anni Sessanta sono all’insegna della ripresa economica. Un mercato caratterizzato dalla piena occupazione e un contesto che vede una struttura camerale ormai consolidata, permettono alla Camera del lavoro di essere protagonista di un ciclo di lotte che già nel 1961 coinvolge 103 aziende (per un totale di quasi 26.000 lavoratori interessati e con 167.844 ore di sciopero).
Le lotte del cosiddetto Autunno Caldo, si riflettono positivamente sulla Camera del Lavoro che nel 1969 aumenta i propri iscritti del 16% rispetto all’anno recedente.
La segreteria di Renato Bonati (dal 1994 al 2002) prosegue la ‘sfida’ lanciata dal predecessore: trasporti e scuola a misura del cittadino, servizi all’impresa e alla persona. Il Sindacato si scontra con nuovi soggetti sociali ed economici: le multinazionali, la crescita del ‘popolo della partita IVA, l’ immigrazione e globalizzazione, il welfare, il risanamento economico dell’Italia.
Sono gli anni in cui si fortifica il rapporto tra la Cgil di Lecco e il territorio: il Sindacato diventa sempre più un punto di riferimento perché supplisce alla mancanza della politica. Una politica , purtroppo, sempre più distante dai problemi delle persone di cui il Sindacato, al contrario, si fa partavoce. Della segreteria di Anghileri va anche sottolineata l’attività a favore dei lavoratori migranti, le campagne contro i costi della politica, le indagini e le ricerche mirate a migliorare e qualificare i servizi che la Cgil offre agli iscritti e ai non iscritti.
Il 15 settembre 2010 viene eletto segretario generale Wolfango Pirelli e con lui viene confermata la segreteria della Camera del Lavoro eletta il 27 novembre 2009.